Clinica

lug182017

Gli integratori a base di calcio possono aumentare il rischio di calcificazione coronarica

Un eccessivo consumo di calcio può determinare effetti indesiderati sulla salute. Non a caso, l'incidenza della sindrome "latte-alcali", caratterizzata da ipercalcemia, alcalosi metabolica e insufficienza renale, è aumentata notevolmente negli ultimi anni in seguito all'uso diffuso di integratori da banco a base di calcio.(1) L'assunzione incontrollata di questi prodotti porta infatti a un aumento dell'escrezione di calcio nell'urina, con o senza ipercalcemia, e a una possibile calcificazione dei tessuti molli.(2) Tuttavia, non è ancora stata dimostrata una relazione diretta tra l'assunzione di calcio (tramite alimentazione/uso di integratori) e il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. I risultati ottenuti da diversi trials controllati e randomizzati hanno dimostrato un'associazione tra l'uso di integratori a base di calcio (per una dose giornaliera pari o addirittura più alta di 1400 mg) e un aumentato rischio per gli eventi cardiovascolari, sollevando una crescente e diffusa preoccupazione.(3-5) Per far luce su questa problematica, un recente studio longitudinale di coorte ha esaminato 5448 adulti sani di età compresa tra i 45 e 90 anni, già arruolati nel "Multi-Ethnic Study of Atherosclerosis", andando a valutare il Calcium Score (CS), cioè la presenza di calcificazione nelle coronarie, mediante tomografia computerizzata all'inizio e dopo 10 anni di follow-up; i livelli di assunzione del calcio, sia da alimenti sia da integratori, sono stati determinati mediante questionari di frequenza alimentare.(6) I risultati hanno dimostrato che un'elevata assunzione di calcio dagli alimenti è associata a un minor rischio di calcificazione coronarica e di aterosclerosi a seguito di follow-up a lungo termine, mentre l'utilizzo di integratori può aumentare l'incidenza di tali calcificazioni. Una possibile spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che con gli integratori si assume una grande quantità di calcio in una sola volta, portando a elevate concentrazioni di questo elemento nel sangue e quindi a una possibile calcificazione vascolare. Tuttavia, la questione rimane ancora aperta e ulteriori studi sono necessari per delucidare la differenza gli effetti del consumo di calcio alimentare o da integratori e per capire se la valutazione del CS mediante tomografia computerizzata possa rappresentare un approccio utile per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari sia nella popolazione generale che nei soggetti a rischio.

Bibliografia:
1. Felsenfeld AJ et al. Milk alkali syndrome and the dynamics of calcium homeostasis. Clin J Am Soc Nephrol. 2006;1:641-654.
2. Patel AM et al. Got calcium? Welcome to the calcium-alkali syndrome. J Am Soc Nephrol. 2010;21:1440-1443.
3. Bolland MJ et al. Calcium supplements with or without vitamin D and risk of cardiovascular events: reanalysis of the Women's Health Initiative limited access dataset and meta-analysis. BMJ. 2011;342:d2040.
4. Bolland MJ et al. Effect of calcium supplements on risk of myocardial infarction and cardiovascular events: meta-analysis. BMJ. 2010;341:c3691.
5. Bolland MJ et al. Vascular events in healthy older women receiving calcium supplementation: randomised controlled trial. BMJ. 2008;336:262-266.
6. Anderson JJB et al. Calcium intake from diet and supplements and the risk of coronary artery calcification and its progression among older adults: 10-year follow-up of the Multi-Ethnic Study of Atherosclerosis (MESA). Am Heart Assoc. 2016;5:e003815.

Francesca Giampieri
Maurizio Battino


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