Mancano ancora prove inequivocabili per sostenere l'uso di integratori vitaminici liposolubili per migliorare la funzione endoteliale vascolare negli adulti e sono ancora necessarie ulteriori ricerche.

Sebbene il concetto di autoimmunità sia ben definito, i pezzi del mosaico che lo compongono si stanno chiarendo via via che la ricerca progredisce. E un ruolo sempre più di rilievo sta assumendo il fattore alimentare.

Un eccessivo consumo di calcio può determinare effetti indesiderati sulla salute. Non a caso, l’incidenza della sindrome “latte-alcali”, caratterizzata da ipercalcemia, alcalosi metabolica e insufficienza renale, è aumentata in seguito all’uso diffuso di integratori a base di calcio.

Integrare l'alimentazione materna durante la gravidanza con un prodotto multivitaminico sembra essere inversamente associato sia con disordini dello spettro autistico sia con disabilità intellettive dei nascituri.

Molte evidenze dimostrano l'impatto della nutrizione nella malattia di Alzheimer e sono appena stati pubblicati i risultati dello studio clinico LipiDiDiet, parte di un ampio progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea.

Il consumo quotidiano di un integratore alimentare naturale, nicotinamide riboside, potrebbe proteggere dagli effetti dell'invecchiamento, secondo quanto indica un nuovo studio pubblicato su Nature Communications.

Il 20% dei pazienti oncologici non riesce a superare la malattia proprio a causa delle gravi conseguenze della malnutrizione.

La supplementazione di vitamina D può ridurre nelle gestanti il rischio di partorire neonati piccoli per l'età gestazionale, migliorandone la crescita durante l'infanzia.