Scienza

mar102017

L'efficacia della dieta mediterranea nel prevenire eventi cardiovascolari

Uno dei primi indizi che le malattie coronariche sono influenzate dalla nutrizione risale al 1908, quando A. Ignatowski, scienziato russo, osservò come un alto apporto dietetico di colesterolo promuovesse l'insorgenza dell'aterosclerosi nei conigli.(1) Nonostante ciò, la comprensione del legame tra dieta, aterosclerosi ed eventi cardiovascolari è relativamente recente.(2) I primissimi studi clinici sono stati condotti solo negli anni '60 -'80 e si limitavano a comparare le abitudini alimentari della popolazione con diete caratterizzate da un basso contenuto di grassi totali e di grassi saturi: lo scopo era quello di abbassare i livelli sierici di colesterolo al fine di prevenire eventi cardiovascolari.(3-8) Tuttavia, i risultati di questi studi hanno sì mostrato un abbassamento della concentrazione plasmatica di colesterolo, ma non hanno evidenziato una riduzione significativa dell'incidenza di infarto del miocardio o di morte coronarica nei soggetti che seguivano una dieta a basso contenuto di grassi. Risultati ottenuti da studi più recenti come il "Diet Reinfarction Study" del 1994,(9) il "Lion Diet Heart Study" del 1999(10) e l'importantissimo "Predimed" del 201311 hanno evidenziato che solo una dieta a basso contenuto di grassi non è sufficiente a prevenire gli eventi cardiovascolari, ma è necessario adottare un modello alimentare e uno stile di vita coerenti con la tradizionale dieta mediterranea. Infatti, la dieta mediterranea a base di verdura, frutta, cereali integrali, pesce e olio d'oliva è in grado di ridurre gli eventi cardiovascolari in maniera più efficace delle diete a basso contenuto di grassi, con effetti uguali o addirittura superiori ai benefici osservati negli studi con le statine. Il sopracitato studio Predimed, per esempio, ha dimostrato che la dieta mediterranea diminuisce le probabilità di infarto, morte cardiovascolare e ictus del 30% rispetto a una semplice alimentazione a basso contenuto di lipidi,(11) mentre gli altri studi hanno evidenziato che la dieta mediterranea sembra essere migliore di quelle a basso contenuto di grassi nel ridurre il rischio cardiovascolare a lungo termine.(9,10,12) In conclusione, negli ultimi 50 anni gli studi clinici ed epidemiologici hanno dimostrato che l'"approccio globale" della dieta mediterranea, che presta un'uguale attenzione a ciò che si consuma e a ciò che si esclude, è molto più efficace nel prevenire le malattie cardiovascolari rispetto ad una dieta a basso contenuto di grassi e di colesterolo.

Bibliografia:
1. Ignatowski AI. Influence of animal food on the organism of rabbits. S Peterb Izv Imp Voyenno-med Akad. 1908;16:154-176.
2. Dale JE, et al. Diets to prevent coronary heart disease 1957-2013: what have we learned? Am J Med. 2014;127(5):364-369.
3. Page IH, et al. Atherosclerosis and the fat content of the diet. JAMA. 1957;164:2048-2051.
4. Brown HB, Page IH. Lowering blood lipid levels by changing food patterns. JAMA. 1958;168:1989-1995.
5. Page IH, et al. Dietary fat and its relation to heart attacks and strokes. Circulation. 1961;23:133-136. Johnson PE. Diet and coronary heart disease. Prev Med. 1972;1: 559-561.
6. Johnson PE. Diet and coronary heart disease. Prev Med. 1972;1:559-561.
7. Page IH, Brown HB. Some observations on the National Diet-Heart Study. Circulation. 1968;37:313-315.
8. Caggiula AW, et al. The Multiple Risk Factor Intervention Trial (MRFIT) IV. Intervention on blood lipids. Prev Med. 1981;10:443-475.
9. Burr ML, et al. Effects of fat, fish and fibre intakes on death and myocardial infarction: Diet and Reinfarction Trial (DART). Lancet. 1989;2:757-761.
10. de Lorgeril M, et al. Mediterranean diet, traditional risk factors, and the rate of  cardiovascular complications after myocardial infarction: final report of the Lyon Diet Heart Study. Circulation. 1999;99:779-785.
11. Estruch R,  et al. Primary prevention of cardiovascular disease with a Mediterranean diet. N Engl J Med. 2013;368:1279-1290.
12. Li S, et al. Better diet quality and decreased mortality among myocardial infarction survivors. JAMA Intern Med. 2013;173:1808-1819.

Maurizio Battino, Francesca Giampieri


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