Clinica

set182017

Riconoscere all'obesità lo status di malattia cronica

Dal Congresso Europeo di Endocrinologia, che si è tenuto a Lisbona dal 20 al 23 maggio 2017, arriva l'endorsement alla proposta lanciata lo scorso mese dalla Federazione Mondiale contro l'Obesità. «Ci sono tutti gli elementi per considerarla una vera e propria malattia: come qualsiasi altra patologia» spiega Marco Caputo, Ospedale Classificato Villa Salus, Venezia Mestre. «La condizione è causata dall'interazione di un agente esterno (in questo caso cibo ad alta densità energetica) con l'organismo ospite, in presenza di condizioni ambientali predisponenti; come ogni altra patologia la sua gravità è correlata con la virulenza dell'agente eziologico e la suscettibilità dell'ospite».

Ancora oggi pochissimi paesi, in Europa solo il Portogallo, riconoscono ufficialmente all'obesità il titolo di malattia cronica, rileva Caputo. «Nonostante l'allarme ripreso dai grandi mezzi di informazione sui rischi sanitari devastanti di quella che ha tutte le stigmate per essere definita un'epidemia estremamente dannosa per fasce di età esposte, quali quelle adolescenziali» sottolinea lo specialista «tuttora l'obesità è considerata per lo più la conseguenza nefanda di uno stile di vita sbagliato, e come tale soggetta al giudizio di condanna morale che lascia intendere che la comunità non dovrebbe sobbarcarsi gli oneri sociali di comportamenti individuali a rischio». In realtà, la prevalenza dell'obesità continua a crescere irresistibilmente tra gli adolescenti, come certificato dall'ultimo rapporto OMS del maggio di quest'anno. «La Federazione Mondiale» sottolinea Caputo «afferma che diagnosi e trattamento precoce dell'obesità infantile andrebbero assimilate alla vaccinazione, in quanto come questa sono in grado di prevenire una patologia attraverso pratiche pro-attive. La tesi è quella che senza uno sforzo congiunto di governi, amministratori pubblici, professionisti sanitari, industrie, e altri ancora non sarà possibile invertire il trend, almeno in un prevedibile futuro».

Un editoriale di "Lancet Diabetes and Endocrinology", ricorda ancora Caputo, riprende e rilancia questa proposta: sono i governi, non i singoli individui, che possono trasformare l'ambiente alimentare, regolamentando le aziende del settore, imponendo tasse, controllando le disponibilità e le sostenibilità.
Dall'altro lato dell'Atlantico, prosegue, l'American Medical Association nel 2013 e la Canadian Medical Association nel 2015 si erano espresse a favore dell'inquadramento nosologico dell'obesità, ma alle dichiarazioni di principio non sono seguiti fatti concreti e i moltissimi nordamericani che volessero sottoporsi a trattamento specifico dovrebbero pagarselo interamente. «Lo status di malattia dovrebbe convincere i "policy makers" ad attuare quegli interventi strutturali che hanno aiutato a controllare le epidemie di malattie infettive» commenta Caputo, il quale conclude che «forse è arrivato davvero il momento per questo cambio di paradigma».

Lancet Diabetes Endocrinol, 2017; 5: 483.
Fonte: doctor33.it - canale Endocrinologia


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