Clinica

apr122018

Enzimi e celiachia, quando digerire è tutto

Gli enzimi digestivi aiutano a eliminare molti antigeni alimentari e a ridurre sia la possibilità di reazioni al glutine sia gli effetti infiammatori dovuti al ripetuto contatto con un alimento. Gli ultimi anni hanno visto crescere in modo rilevante la identificazione della sensibilità al glutine. La sintomatologia clinica più presente in caso di sensibilità al glutine non celiaca (NCGS) è quella della sindrome del colon irritabile, anche se è utile ricordare che i sintomi iniziali della celiachia e della NCGS possono essere spesso sovrapponibili. La differenza fondamentale è che la NCGS è legata alla attivazione della immunità innata, in particolare dei Toll Like Receptors (TLR4 e TLR2), come spiegato da Biesekierski (1), mentre nella celiachia abbiamo l'intervento del sistema immunitario adattativo con attivazione di anticorpi specifici in una condizione genetica ben definita.
Ancora si dibatte sul fatto che la quantità di glutine introdotto nel sistema digestivo possa o meno condizionare e slatentizzare la predisposizione celiaca, ma gli studi sulla funzione enzimatica sembrerebbero confermare questa ipotesi. La buona digestione inizia fin dalle amilasi salivari e il suggerimento di masticare a lungo ha ancora tutto il suo valore preventivo perché "la prima digestione avviene in bocca". Quando la digestione non è completa, arrivano all'intestino tenue (o più oltre) delle parti di alimento che anziché essere state ridotte a semplici aminoacidi e zuccheri, mantengono ancora le caratteristiche antigeniche degli alimenti e stimolano quindi delle risposte immunologiche, facilitando la comparsa di infiammazione dovuta al cibo. L'uso degli enzimi aiuta i fenomeni di malassorbimento intestinale, l'infiammazione da cibo e la "leaky gut syndrome" (situazione in cui la permeabilità intestinale è aumentata), tutte situazioni che facilitano la comparsa di malattie autoimmuni. Su questo tema si è espresso Fasano (2) su Clinical Reviews in Allergy & Immunology, mentre in modo ancora più significativo Toft-Hansen (3) ha documentato in modelli animali che la completa digestione enzimatica della gliadina, ottenuta da proteasi prodotte dall'Aspergillo (come gran parte delle preparazioni enzimatiche in uso oggi), è in grado di ridurre o annullare la risposta reattiva delle cellule T sensibili al glutine. In pratica, topini predisposti geneticamente alla celiachia, mangiando glutine e enzimi non diventavano celiaci, mentre i controlli che non prendevano enzimi lo diventavano. Non sappiamo ancora se l'uso di enzimi potrà proteggerci dalla celiachia, ma questi studi confermano che partendo dalla masticazione, il completamento della digestione riveste una importanza fondamentale nell'equilibrio immunologico della nutrizione e che in situazioni come l'impiego di protettori gastrici che inibiscono gran parte dei processi digestivi, il loro impiego può diventare indispensabile.

1) Biesiekierski JR et al, Am J Gastroenterol. 2011 Mar;106(3):508-14; quiz 515. Epub 2011 Jan 11
2) Fasano A., Clin Rev Allergy Immunol., 2012 Feb;42(1):71-8.
3) Toft-Hansen H et al, Clin Immunol., 2014 Aug;153(2):323-31. Epub 2014 Jun 3

Attilio Speciani


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