Clinica

giu42015

Incremento dell'attività enzimatica per il controllo dei fenomeni colitici

La correlazione tra infiammazione correlata al cibo, produzione di BAFF (B Cell Activating Factor) e PAF (Platelet Activating Factor) e colite è stata sicuramente approfondita negli ultimi anni da molti lavori: di particolare rilievo quelli di Shulman e di Lied. Shulman fu forse il primo a chiarire, ancora nel 2008, che la Sindrome del colon irritabile (IBS) fosse legata a un fatto infiammatorio, misurando semplicemente la calprotectina fecale in una popolazione pediatrica ben definita (1). Per anni, questa sindrome è stata comunemente riferita a momenti particolari di stress e di tensione, mentre ora si è capito che lo stress è solo una delle concause e che l'infiammazione correlata al cibo o le alterazioni del microbioma intestinale ne sono la causa principale. Nel 2010 il gastroenterologo norvegese Lied (2) ha confermato un fatto clinico d'importanza fondamentale per la regolazione degli aspetti infiammatori immunologici e metabolici di ogni organismo vivente. In soggetti controllati, l'introduzione di cibi verso cui esista una reattività non IgE mediata, determina la comparsa di sintomi clinici in modo proporzionale alla produzione di BAFF (B Cell Activating Factor), citochina infiammatoria analoga al TNF alfa, che caratterizza in modo preciso la cascata di eventi che lega cibo e sintomi correlati all'IBS. Esiste quindi una correlazione tra sintomatologia colitica e reazione ad antigeni alimentari presenti nel lume intestinale, ed è naturale che in molti casi, oltre a misurare il livello di infiammazione e il profilo alimentare personale, si debbano usare, sul piano clinico, enzimi digestivi che garantiscano una completa digestione. Quando questa è meno efficiente o si assumano farmaci che la contrastino (come gli IPP e in genere i protettoti gastrici), un supporto alla digestione può garantire una minore presenza di antigeni alimentari a livello intestinale. In questo modo si agisce preventivamente anche nei confronti di molte altre patologie. L'aumentata permeabilità intestinale è la possibile causa di molte malattie autoimmuni, come pubblicato in Clinical Reviews in Allergy & Immunology da Fasano (3), e per fare riferimento alle patologie glutine-correlate, la completa digestione enzimatica della gliadina, ottenuta da proteasi prodotte dall'Aspergillo, è in grado di ridurre o annullare la risposta reattiva delle cellule T sensibili al glutine, come documentato da Toft-Hansen (4). L'uso di enzimi digestivi in caso di colite o IBS acquisisce quindi un razionale terapeutico di estrema importanza per meglio comprendere e trattare sia le patologie del tratto gastroenterico sia molte tra le patologie sistemiche. 

(1) Shulman RJ et al, J Pediatr. 2008 Nov;153(5):646-50. Epub 2008 Jun 9
(2)  Lied GA et al, Aliment Pharmacol Ther. 2010 Jul;32(1):66-73. Epub 2010 Mar 26
(3)  Fasano A. Clin Rev Allergy Immunol. 2012 Feb;42(1):71-8. doi: 10.1007/s12016-011-8291-x)
(4) Toft-Hansen H et al, Clin Immunol. 2014 Aug;153(2):323-31. doi: 10.1016/j.clim.2014.05.009. Epub 2014 Jun 3

Attilio Speciani


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