Clinica

dic172018

Alimentazione, sport e lesioni muscolari

L'esercizio fisico è correlato all'aumentata produzione di citochine infiammatorie, che oltre a un'azione di modulazione metabolica, possono svolgere la funzione di "allarme" per valutare quale sia il livello di allenamento cui un atleta può spingersi per mantenere elevata la propria performance ed evitare lesioni a livello muscolare, tendineo o articolare. Jürimäe (1) ha descritto la correlazione tra crescita del VO2max e aumento della IL6, della IL8 e del VEGF. IL6 e TNF-alfa, come indicato da Antunes (2), crescono in relazione alla intensità di esercizio, raggiungendo valori elevati a fronte di esercizi intensi, favorendo una possibile azione lesionale, mentre la produzione di IL10 (di solito antinfiammatoria) è correlabile alla preparazione atletica. Chi è ben allenato sviluppa con l'esercizio anche aspetti positivi, ma il superamento del proprio limite condiziona invece effetti negativi oggi prevenibili con una attenta misurazione delle citochine. Il livello di molte citochine è correlato anche con l'alimentazione. La produzione di IL6, ad esempio, è stimolata anche dal fatto che i Toll Like Receptors (TLR) dei fagociti riconoscano alcuni alimenti o alcuni batteri. Ovviamente la quota di IL6 provocata dall'assunzione di alcuni cibi va a sommarsi a quella prodotta in contemporanea dall'esercizio fisico. Anche BAFF (3) e PAF (4) determinano un effetto potenzialmente lesivo su muscoli e articolazioni, e la relazione tra queste due citochine e l'alimentazione è stata ampiamente documentata sin dal 2007 da Fabris (5) e Lied (6). Il meccanismo patofisiologico della lesione articolare, tendinea o muscolare dipende dal fatto che in condizioni infiammatorie cresce l'acqua extracellulare (ECW) presente nei muscoli e nei tendini e perfino in soggetti ben allenati, il corretto allineamento biomeccanico diventa eccentrico, le linee e i vettori di forza si modificano e sottopongono a sovraccarico tutte le strutture coinvolte in un gesto atletico apparentemente normale. L'elemento di rilievo nella gestione dell'atleta e nella programmazione della sua preparazione, è che alcune di queste citochine possono oggi essere misurate in tempi rapidi e il profilo alimentare che le può portare in riduzione fa parte di una metodologia basata su evidenze scientifiche solide e documentate. Conoscere questi dati è utile per il miglioramento della performance e per la prevenzione delle lesioni muscolari. Va sempre ricordato che i valori di riferimento dei livelli di citochine che definiscono il superamento del livello di soglia devono essere individualizzati riguardo al singolo atleta, attraverso un breve ma efficace meccanismo di osservazione e misurazione nelle diverse situazioni di allenamento.

Fonti:
1) Jürimäe et al, Int J Sports Med. 2018 Nov 12. [Epub ahead of print]
2) Antunes et al, J Cell Biochem. 2018 Oct 15. [Epub ahead of print]
3) Krystufková et al, Ann Rheum Dis. 2009 Jun;68(6):836-43. Epub 2008 Jul 15
4) Milias et al, Eur J Appl Physiol. 2005 Dec;95(5-6):504-13. Epub 2005 Sep 6.
5) Fabris et. al. Scand J Gastroenterol. 2007 Dec;42(12):1434-9.
6) Lied et. al. Aliment Pharmacol Ther. 2010 Jul;32(1):66-73.

Attilio Speciani

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