Scienza

giu142017

Proteggersi dai disturbi cardiometabolici consumando cioccolato

Le malattie cardiovascolari (CVD) rappresentano la principale causa di morte nella popolazione adulta in tutto il mondo occidentale (1); obesità, diabete e resistenza all'insulina sono i principali fattori di rischio per le CVD.(2) In particolare, l'iperinsulinemia è associata a ipertensione, dislipidemia e distribuzione del grasso corporeo viscerale, così come a un aumentato rischio cardiovascolare in soggetti non diabetici.(3) Il cacao, soprattutto quello fondente, esercita notevoli effetti cardiometabolici, presumibilmente grazie al suo contenuto di flavonoidi, più elevato di quello presente nel tè, nella mela e nel vino rosso;(4) tali composti bioattivi contribuiscono alla notevole capacità antiossidante e, verosimilmente, agli effetti benefici che il cacao esercita sulla salute. In questo contesto, un recente studio ha determinato l'associazione tra il consumo quotidiano di cioccolato, la resistenza all'insulina e i livelli sierici degli enzimi epatici, in 1153 individui, di età compresa tra i 18 ei 69 anni, arruolati nello studio ORISCAV-LUX, un'indagine volta a esaminare la salute cardiovascolare della popolazione adulta del Lussemburgo;(5,6) la valutazione del consumo di cacao è stata effettuata mediante un questionario semiquantitativo delle frequenze alimentari. Sono stati valutati quindi l'indice HOMA per la resistenza insulinica e i biomarkers epatici (ã-GT, ALT e AST). I risultati hanno dimostrato che i soggetti che consumavano più cacao erano generalmente giovani, fisicamente attivi e presentavano indice HOMA, livelli sierici di insulina e di biomarkers epatici più bassi rispetto a coloro che consumavano cacao in minori quantità, dopo l'aggiustamento per età, sesso, istruzione, stile di vita e potenziali fattori di confondimento, come l'assunzione di cibi ricchi di polifenoli quali frutta e verdura, alcol, caffè e tè. Quindi, in individui adulti sani il consumo quotidiano di cioccolato sembrerebbe essere inversamente associato ai livelli di insulina, di enzimi epatici e all'indice HOMA, suggerendo che l'assunzione di questo alimento possa proteggere contro la resistenza all'insulina, un fattore di rischio ben consolidato per i disturbi cardiometabolici. Ulteriori ricerche saranno tuttavia necessarie per confermare questa relazione e per comprendere il ruolo e i meccanismi che diversi tipi di cioccolato possono svolgere nella resistenza all'insulina e nei disturbi cardiometabolici.

Bibliografia:
1. Rosamond WD et al. Trends in the incidence of myocardial infarction and inmortality due to coronary heart disease, 1987 to 1994. N Engl JMed 1998; 339, 861-867.
2. Steinberger J et al. Obesity, insulin resistance, diabetes, andcardiovascular risk in children: an American Heart Associationscientific statement from the Atherosclerosis, Hypertension,and Obesity in the Young Committee (Council onCardiovascular Disease in the Young) and the DiabetesCommittee (Council on Nutrition, Physical Activity, andMetabolism). Circulation 2003; 107, 1448-1453.
3. Balkau B &Eschwege E. Insulin resistance: an independentrisk factor for cardiovascular disease? Diabetes ObesMetab1999; 1, Suppl. 1, S23-S31.
4. Manach C et al. Polyphenols:food sources and bioavailability. Am J ClinNutr2004; 79, 727-747.
5. Alkerwi A et al. Comparisonof participants and non-participants to the ORISCAV-LUXpopulation-based study on cardiovascular risk factors inLuxembourg. BMC Med Res Methodol 2010; 10, 80.
6. Alkerwi A et al. Daily chocolate consumption is inversely associated with insulin resistanceand liver enzymes in the Observation of Cardiovascular Risk Factors in Luxembourg study. Brit J Nutr 2016; 115, 1661-1668.

Francesca Giampieri
Maurizio Battino


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