Attualità

mag192015

Pesce: per contenere l'assunzione di metilmercurio meglio azzurro e di taglia piccola

Il pesce è una fonte privilegiata di nutrienti importanti, ma anche un alimento critico da un punto di vista tossicologico, perché espone all'assunzione di contaminanti presenti nell'acqua o nei sedimenti, in grado di accumularsi nei tessuti dell'animale. Uno di questi è il metilmercurio (MetHg) che rappresenta fra il 75% e 100% del mercurio totale nel tonno, oltre l'85% nelle sardine.  Dannoso per il sistema nervoso, in caso di esposizione in utero può provocare ritardi mentali e danni cerebrali nel bambino, nell'adulto invece è associato a un aumentato rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Il consumo di pesce tuttavia è suggerito fino a 2 o 3 volte la settimana, per il contenuto di acidi grassi essenziali polinsaturi n-3 (Epa e Dha), presenti soprattutto nella carne di pesci grassi sia di allevamento sia pescati. Nel 2014 l'Efsa ha fissato una dose tollerabile settimanale (Twi, Tolerable weekly intake) di MetHg pari a 1,3 microgrammi/kg peso corporeo, basandosi sulla tossicità per lo sviluppo neurologico prenatale, ma non è riuscita a definire una dose adeguata di pesce per i diversi gruppi di popolazione nella Ue: i consumi di pesce infatti sono molto diversi da paese a paese, così come le varietà consumate, i quantitativi di acidi grassi n-3 e quelli di metilmercurio contenuti. In un documento pubblicato a inizio 2015 sulla valutazione del rischio del consumo di pesce/frutti di mare rispetto all'esposizione a MetHg, l'Efsa ha potuto concludere che:
- in Eu l'esposizione al MetHg non eccede il Twi, salvo nei bambini in alcuni paesi.
- I pesci che contribuiscono maggiormente all'introito di MetHg negli adulti sono tonno, pesce spada, luccio e merluzzo. Nei bambini (fra 1 e 10 anni), anche il nasello.
- Donne in gravidanza e bambini dovrebbero sfruttare i benefici del pesce scegliendo di consumare le varietà che accumulano minor quantità di mercurio, evitando di raggiungere il Twi prima di aver soddisfatto l'apporto di acidi grassi omega-3 raccomandato.
In generale, conclude il documento, il beneficio di consumare da 1 a 4 porzioni di pesce/settimana è superiore al rischio. In Italia, in attesa di una valutazione su base nazionale, un'attenzione particolare va rivolta ai bambini da 1 a 3 anni, consumatori per lo più di merluzzo e sogliole. Il consiglio in generale è quello di scegliere pesce azzurro di taglia piccola (sgombro, sarde, alici), rispetto a tonno e pesce spada, forti accumulatori di contaminanti ambientali.

Francesca De Vecchi

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