Attualità

giu302015

Ogm: nessun rischio di contaminazione degli alimenti in Italia

Consumatore tutelato e ben informato: è quanto emerge dai dati dei controlli relativi alla presenza di organismi geneticamente modificati (Ogm) negli alimenti per l'anno 2014. Sono appena stati resi noti i dati dei controlli per il triennio 2012-2014, elaborati dall'Istituto superiore di sanità e dal Centro di referenza nazionale per la ricerca di Ogm. "Fra tutti i prodotti controllati la presenza di Ogm, autorizzati e non, in Italia continua a essere decisamente limitata e a concentrazioni estremamente basse", si legge nel documento di sintesi. Anche l'etichettatura è risultata conforme agli obblighi di legge che, ricordiamo, prevede che la presenza accidentale di materiale Ogm venga dichiarata in etichetta quando supera la soglia del 0,9%. Secondo la normativa europea un Ogm può essere immesso sul mercato per l'alimentazione umana e la mangimistica solo dopo valutazione della sua sicurezza da parte di Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare), cui segue un'autorizzazione valida 10 anni e soggetta a rinnovo. Le autorizzazioni sono a oggi circa 80 e riguardano mais, cotone, soia, colza, barbabietola da zucchero. Il piano di controllo nazionale ha previsto il campionamento sia di prodotti trasformati sia di materie prime di mais, di soia e di riso, ma anche latte vegetale e prodotti a base di latte vegetale, prodotti della pasticceria, panetteria e biscotteria, snack, dessert, prodotti per lattanti e bambini, preparazioni gastronomiche, integratori alimentari, legumi e semi oleaginosi. Un paniere molto ampio e variegato di campioni dal territorio e di importazione, sul quale non è stata riscontrata alcuna irregolarità. Tutte le positività rilevate infatti (meno del 7%), in generale diminuzione rispetto agli anni precedenti, erano inferiori alla soglia di tolleranza e per la maggior parte dei campioni corrispondevano a una presenza al di sotto del limite di quantificazione di materiale geneticamente modificato autorizzato (per lo più soia e mais). Nei campioni biologici invece le 3 positività sono state tutte riconducibili a soia transgenica (GM Roundup Ready MON 40-3-2). Fra i prodotti di importazione è emersa una sola positività al di sotto dello 0.1% per la presenza di soia RR in un campione di granelle e farine di cereali proveniente dagli USA. "Ciò conferma sempre di più sia la consapevolezza crescente degli operatori del settore alimentare lungo tutta la filiera - conclude il rapporto - sia l'efficacia dei controlli ufficiali messi in atto".

Francesca De Vecchi


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