Professione

dic122016

Alimenti adatti per vegetariani/vegani. Lavori in corso

Crescendo il pubblico di consumatori vegetariani e vegani, cresce anche l'offerta delle aziende verso questo nuovo mercato, che secondo l'ultimo rapporto Eurispes sui consumi degli italiani, è rappresentato da circa il 7% della popolazione.
Nonostante le etichette proliferino, ad oggi non esiste alcun riferimento normativo a livello europeo che stabilisca criteri atti ad identificare un alimento come "adatto" per un consumatore vegetariano o per un consumatore vegano.
L'unico soccorso normativo è l'articolo 7 del Regolamento UE 1169/2011 sull'etichettatura degli alimenti, che inibisce ogni pratica ingannevole. Un alimento adatto ad un pubblico vegetariano, pertanto, non potrà contenere alcuna componente derivante da sfruttamento o dal maltrattamento di animali. L'alimentazione vegetariana ammette, infatti, l'utilizzo di uova, a condizione che le stesse siano ottenute da galline allevate a terra o all'aperto, o di latte, se proveniente da allevamenti che rispettano l'etologia e tutti i requisiti e le normative in materia di benessere animale, in particolare per quanto attiene l'alimentazione e gli spazi all'aperto. La dieta vegana, invece, non ammette alcun prodotto di origine animale.
Nel silenzio della normativa, negli ultimi anni sono nati svariati sistemi di certificazione volontaria. Le aziende, pertanto, si affidano agli enti di certificazione, rispettando i disciplinari previsti dai rispettivi standard. A livello europeo, tuttavia, il Regolamento sull'etichettatura degli alimenti prevede che la Commissione europea possa predisporre un apposito regolamento esecutivo al fine di definire quando un alimento sia adatto ad un consumatore vegetariano o ad un consumatore vegano. Ad oggi tale atto normativo non sembra rappresentare una priorità per l'esecutivo europeo, impegnato in altri dossier. Tuttavia sono forti le spinte, anche da parte dei Governi nazionali, per standardizzare la normativa. A Bruxelles, peraltro, è in corso un importante dibattito sulla questione. Tra i nodi maggiormente problematici vi sono le possibili contaminazioni dei cibi con prodotti di origine animale, nonché la questione dell'utilizzo delle denominazioni proprie dei salumi tradizionali, spesso utilizzate per commercializzare alimenti che nulla hanno a che vedere con l'alimento tradizionalmente commercializzato sotto una specifica denominazione (bresaola vegana, salame vegetariano, mortadella vegana, etc.).
Si tratta di nodi problematici, che esigono una risposta ponderata e che la Commissione europea, volente o nolente, dovrà affrontare in tempi rapidi, evitando la proliferazione di standard differenziati all'interno dell'Unione.

Paolo Patruno

DALLE AZIENDE