Clinica

nov32015

Abbuffate: meccanismi di mantenimento e strategie per affrontarle

Abbuffata ed episodio bulimico sono termini usati per descrivere un comportamento caratterizzato dalla perdita di controllo nei confronti dell'alimentazione associato al consumo di una grande quantità di cibo. Questa forma di abbuffata è anche definita "episodio bulimico oggettivo", per distinguerlo dall'"episodio bulimico soggettivo", in cui la perdita di controllo nei confronti dell'alimentazione non è associata al consumo di una grande quantità di cibo.
Secondo la teoria cognitivo-comportamentale transdiagnostica, i principali processi coinvolti nello sviluppo e nel mantenimento degli episodi bulimici sono tre. Il primo avviene nelle persone che adottano regole rigide ed estreme perché tendono a interpretare qualsiasi infrazione dell'aderenza alla dieta - di fatto inevitabile - come l'evidenza della loro mancanza di autocontrollo. In tali circostanze, esse tendono ad abbandonare il controllo dell'alimentazione e a mangiare in eccesso. Tuttavia l'episodio bulimico, intensificando ulteriormente la preoccupazione su tale controllo, incoraggia un'accentuazione della restrizione dietetica cognitiva che, a sua volta, aumenta il rischio di successive abbuffate.
Un secondo processo che contribuisce al mantenimento degli episodi bulimici si verifica nelle persone che si inducono il vomito o usano in modo improprio i lassativi o i diuretici dopo le abbuffate, nella convinzione che in tal modo potranno eliminare tutte le calorie ingerite. Non solo questo presupposto è sbagliato, perché il vomito elimina solo una parte di ciò che è stato ingerito e i lassativi e i diuretici hanno poco o nessun effetto sull'assorbimento di energia derivante dagli alimenti, ma esso favorisce l'episodio bulimico perché viene meno un deterrente nei confronti dell'assunzione incontrollata di una grande quantità di cibo.
Il terzo processo che contribuisce a mantenere gli episodi bulimici è legato agli eventi e ai cambiamenti emotivi associati. In questo caso, le abbuffate possono essere usate come una distrazione dalle preoccupazioni associate agli eventi negativi e/o per attenuare stati emotivi intensi e intollerabili
Infine, in alcuni casi meno frequenti, l'episodio bulimico può essere precipitato dall'assunzione di alcol, che favorisce la disinibizione del controllo alimentare.
Per affrontare le abbuffate il primo passo è aiutare il paziente a capire quali sono i meccanismi che le mantengono, compilando una scheda di monitoraggio in tempo reale. Poi il paziente va incoraggiato ad adottare un'alimentazione regolare che prevede l'assunzione di tre pasti più due spuntini e il non mangiare tra gli intervalli per almeno quattro settimane. Questa procedura, chiamata 3+2+0, riduce nella maggior parte dei casi in modo significativo il numero degli episodi bulimici. Infine, per eliminare le abbuffate residue vanno affrontati i meccanismi principali che sembrano operare nel loro mantenimento che, a seconda dei casi, possono essere la restrizione dietetica cognitiva, gli eventi e i cambiamenti emotivi associati e, se il paziente ha episodi bulimici soggettivi, l'uso dei comportamenti di compenso.

Riccardo Dalle Grave


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