Clinica

nov302015

Regole dietetiche estreme e rigide: cosa sono e come affrontarle

La maggior parte delle persone con disturbi dell'alimentazione adotta regole dietetiche rigide ed estreme. Le regole dietetiche sono definite rigide perché "devono" essere seguite perfettamente ed estreme perché sono molte in numero e richiedono una continua vigilanza e un impegno costante. Questa forma di restrizione ha sempre conseguenze negative: se ha successo e determina una prolungata restrizione dietetica calorica e una condizione di sottopeso produce danni psicosociali e alla salute fisica; se non ha successo (in questo caso si parla di restrizione dietetica cognitiva ma non calorica) provoca sentimenti di fallimento e aumenta il rischio di episodi bulimici perché, quando una regola è rotta, si tende ad abbandonare completamente il controllo alimentare.
Le regole dietetiche estreme e rigide includono quando mangiare (per es. mai prima di cena), che cosa mangiare (per es. solo frutta e verdura) e quanto mangiare (per es. porzioni piccolissime). Altre regole tipiche includono non mangiare mai con gli altri, mangiare sempre meno degli altri, non assumere mai cibo di cui non si conosce la composizione calorica o che sia stato cucinato da altri, non mangiare quando non si è affamati o non si è consumato abbastanza, mangiare il più tardi possibile e non andare mai al ristorante, in pizzeria o ai buffè. Le persone con disturbi dell'alimentazione adottano anche frequenti comportamenti peculiari di check dell'alimentazione (per es. contare le calorie di tutti gli alimenti ingeriti, pesare ripetutamente il cibo da mangiare) che contribuiscono a mantenere una dieta rigida ed estrema.
La restrizione dietetica cognitiva estrema e rigida contribuisce al mantenimento del disturbo dell'alimentazione perché aumenta le preoccupazioni per l'alimentazione, provoca ansia ogni volta che si deve mangiare, restringe il modo di alimentarsi, favorisce le abbuffate (vedi sopra), può portare alla restrizione calorica e al sottopeso e danneggia le relazioni perché ostacola l'alimentazione sociale.
I pazienti che adottano regole dietetiche estreme e rigide vanno educati sugli effetti negativi di questo comportamento. Poi vanno aiutati a identificare le loro regole dietetiche, ad analizzare la loro funzione e a valutare oggettivamente le conseguenze più probabili della loro rottura. Infine, vanno incoraggiati a pianificare la violazione di ogni singola regola dietetica valutando, dopo la loro rottura, quanto è accaduto. I pazienti, sperimentando che le conseguenze temute in conseguenza della rottura delle regole dietetiche (per es. aumento di peso e abbuffate) non si verificano, arrivano a vivere la regola dietetica come un problema piuttosto che un segno di forza di volontà e gradualmente imparano a mantenere il peso adottando in modo flessibile linee guida alimentari salutari.

Riccardo Dalle Grave


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