Clinica

giu12016

Come affrontare la restrizione dietetica cognitiva nei disturbi dell'alimentazione

Le persone con disturbi dell'alimentazione adottano una dieta per perdere o controllare il peso e la forma del corpo che ha tre caratteristiche principali: (i) è persistente; (ii) ha obiettivi estremi, perché è caratterizzata da molte regole dietetiche che richiedono una continua vigilanza e un impegno costante; (iii) è rigida, perché le regole dietetiche devono essere seguite perfettamente. Il tentativo di limitare l'alimentazione, indipendentemente o meno che si crei un deficit calorico, è definito "restrizione dietetica cognitiva", mentre il ridotto apporto calorico giornaliero (in senso fisiologico) è definito "restrizione dietetica calorica".
La restrizione dietetica cognitiva, anche se non è presente una restrizione dietetica calorica, va sempre affrontata nel trattamento dei disturbi dell'alimentazione per due motivi principali: (i) è dannosa, perché causa preoccupazioni per il cibo e l'alimentazione, interferisce con la concentrazione, è emotivamente stressante e danneggia le relazioni; (ii) mantiene il disturbo dell'alimentazione perché incoraggia le abbuffate e può produrre, attraverso una prolungata riduzione dell'apporto calorico giornaliero, una condizione di sottopeso e la comparsa dei sintomi da malnutrizione.
I pazienti con disturbi dell'alimentazione tendono a non considerare la restrizione dietetica cognitiva un problema e spesso la valutano positivamente perché crea in loro un senso di "controllo", è un modo per controllare il peso e la forma del corpo, è socialmente rinforzata e si sentono bravi a seguirla (è una misura dalla loro forza di volontà). Al contrario, quando non riescono a seguire le regole dietetiche si sentono dei falliti perché attribuiscono l'insuccesso alla loro debolezza e non al fatto che la dieta che adottano è estrema e rigida.
Nella terapia cognitivo comportamentale migliorata i pazienti sono inizialmente educati sulla restrizione dietetica cognitiva, in particolare sui suoi effetti dannosi e sui meccanismi attraverso cui mantiene il disturbo dell'alimentazione, e poi sono aiutatati ad arrivare alla conclusione che la dieta ferrea è un problema. Infine, se concordano di affrontare la restrizione dietetica cognitiva, sono aiutati con specifiche strategie e procedure a identificare e ad erodere gradualmente le loro regole dietetiche (per es. quando, che cosa e quanto mangiare) per riuscire a mantenere il peso in un intervallo salutare adottando linee guida alimentari in modo flessibile. Non è invece opportuno prescrivere ai pazienti una dieta perché essa diventerebbe inevitabilmente una nuova regola da seguire.

Per approfondimenti:
Dalle Grave  R. Come vincere i disturbi dell'alimentazione. Un programma basato sulla terapia cognitivo comportamentale. Seconda Edizione ed. Verona: Positive Press; 2016.
Dalle Grave  R (2015). La Terapia Cognitivo Comportamentale Multistep dei Disturbi dell'Alimentazione. Teoria, Trattamento e Casi Clinici. Eclipsi, Firenze, 2015.


Riccardo Dalle Grave

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