Clinica

lug212016

Resistenza insulinica: i fattori che ne favoriscono l'induzione

Il metabolismo risponde a stimoli e segnali alimentari che non sono solo la quantità di calorie, ma sono dovuti all'infiammazione, al rapporto tra i diversi alimenti nello stesso piatto, all'orario di assunzione del cibo, allo stato emotivo e ad altro ancora. Due persone simili che introducano la stessa quantità giornaliera di calorie, distribuendole in modo diverso nella giornata, potrebbero riceverne effetti metabolici addirittura opposti. 
Mangiando 1.200 calorie (come in una classica dieta ipocalorica) a base di verdura e cereali, solo per la cena, si potrebbe stimolare l'accumulo di grasso perché la costruzione di muscolo è inibita dalla mancata distribuzione proteica equilibrata nella giornata, come spiegato da Mamerow (1).
Mangiando invece una quantità anche maggiore di calorie, ben bilanciando la composizione del piatto secondo le indicazioni dell'Harvard Medical School (2), ad esempio con 1000 calorie mangiate a prima colazione e altre 800 distribuite tra pranzo e cena, la stessa persona riceverebbe un segnale di attivazione metabolica. Potrebbe molto probabilmente perdere massa grassa (dipende anche da altri fattori) ma sicuramente riceverà un segnale anabolico muscolare che contribuisce a innalzare il metabolismo e a migliorare la sensibilità insulinica.
Kim (3) ha precisato che Baff, citochina legata all'infiammazione da cibo, determina insulino resistenza, fatto che spiega il ponte tra infiammazione e ingrassamento e un altro Kim (4) ha confermato nel 2013 che Baff è modulatore e regolatore delle adipochine, al punto da definirla l'adipochina che lega infiammazione e obesità.
I fattori di maggior rilievo nell'indurre segnali metabolici di resistenza insulinica sono le diverse situazioni che l'organismo recepisce come indicatori di allarme e la resistenza insulinica rappresenta la risposta evoluzionisticamente più favorevole (fin dal paleolitico, quando vi era facile carenza di cibo) perché porta a ridurre i consumi metabolici e a attivare l'accumulo di ogni tipo di caloria sotto forma di grasso. Questi i fattori più rilevanti:
• Alterato timing alimentare (con relativa importanza della prima colazione)
• Presenza d'infiammazione dovuta al cibo (con attivazione di citochine quali Baff e Paf)
• Bassa qualità del cibo
• Assenza di integralità dei cereali e carenza di fibra.
• Picchi glicemici e insulinici.
• Elevato indice glicemico degli alimenti e dei pasti.
• Uso della dolcificazione (anche ipocalorica).
• Stress ripetuto con aumentata increzione di cortisolo.
• Alterato bilanciamento proteico all'interno del singolo piatto.
• Quantità di proteine insufficiente.
• Insufficiente apporto calorico (diete ipocaloriche prolungate)
La buona notizia è che imparando a gestire questo tipo di "messaggi", trasformandoli in comportamenti alimentari positivi, si può finalmente conquistare e mantenere la forma, in modo molto più incisivo che attraverso il solo conteggio delle calorie.

Per approfondimenti:
1) Mamerow MM et al, J Nutr. 2014 Jun;144(6):876-80. doi: 10.3945/jn.113.185280. Epub 2014 Jan 29
2)
Harvard Medical School - Public Health
3) Kim YH et al, Exp Mol Med. 2009 Mar 31;41(3):208-16.
4) Kim MY et al, Exp Mol Med. 2013 Jan 10;45:e4. doi: 10.1038/emm.2013.4

Attilio Speciani

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