Scienza

mag122017

Paziente oncologico: cure simultanee, non parallele

Che la terapia nutrizionale stia acquisendo sempre maggior importanza nella gestione del paziente oncologico lo dimostrano le ricerche di informazioni da parte dei pazienti, le vendite di libri dedicati e i servizi televisivi che sempre più affollano i palinsesti. Ma per fortuna lo dimostrano anche gli eventi formativi come quello organizzato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), SINPE (Società Italiana di Nutrizione Artificiale e Metabolismo) e FAVO (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) presso L'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano dal titolo "La terapia nutrizionale in oncologia". In sala e al tavolo dei relatori le figure professionali coinvolte, nutrizionisti, dietisti e oncologi, per discutere del razionale del supporto nutrizionale in oncologia, del come e quando effettuare lo screening e la valutazione del paziente oncologico, ma anche per mettere in discussione attraverso il filtro dell'Evidence-based Medicine (EBM) quanto di oggi circola tra pazienti e addetti ai lavori rispetto al ruolo della dieta nella prevenzione primaria e durante la terapia. Tutti concordi nell'importanza della valutazione della composizione corporea prima e durante i trattamenti, così come risulta di fondamentale importanza ricavare il tempo necessario per un adeguato counceling nutrizionale che coinvolga non soltanto il paziente, ma la famiglia a lui prossima, per evidenziare possibili implicazioni sulla qualità e attesa di vita. Ovvie le criticità delle risorse in termini dei tempi dettati dalla pratica clinica, dell'esiguità dei professionisti della nutrizione rispetto ai bisogni, rispetto alle strumentazioni disponibili. Ma anche limiti formativi: gli oncologi avvertono la necessità di approfondire il ruolo del supporto nutrizionale nelle diverse fasi della malattia, i professionisti della nutrizione richiedono maggiore specializzazione sul tema e studi adeguatamente disegnati per migliorare le evidenze a favore del supporto nutrizionale nei malati oncologici, rispetto al tipo di tumore e nei diversi setting di cura. Non abbiamo ancora il quadro delle diverse valutazioni nutrizionali nei diversi pazienti oncologici, ma poche solide certezze: la malnutrizione va individuata e trattata il prima possibile perché aumenta la tossicità dei trattamenti e peggiora la qualità della vita, l'adeguato in-take proteico è fondamentale per limitare la sarcopenia e non deve esistere alcun cibo tabù perché il paziente deve preservare il miglior stato nutrizionale possibile. E forse ancora più importante, date le premesse iniziali, che diete terapeutiche in oncologia, per quanto i presupposti da cui originano siano scientificamente corretti, comportano più problemi all'ospite che al tumore e che non esiste ancora nessuno studio clinico randomizzato che ne dimostri l'efficacia su paziente oncologico.

Silvia Ambrogio

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