Attualità

giu232015

Stretta correlazione fra celiachia e patologie autoimmuni del fegato

Abbiamo parlato della relazione fra glutine, celiachia e salute del fegato con il dott. Marco Silano, direttore del Reparto di alimentazione, nutrizione e salute dell'Istituto superiore di sanità e coordinatore del Board scientifico dell'Associazione italiana celiachia (Aic).

Parliamo della relazione fra celiachia e salute del fegato: a che punto è la ricerca?
È ormai consolidata la consapevolezza che elevati valori plasmatici di transaminasi possono essere un segno di celiachia e segnalare la necessità di un approfondimento in tal senso. In effetti oggi più del 20% dei pazienti celiaci alla diagnosi presentano livelli di transaminasi sopra la norma, per cui oggi l'ipertransaminasemia è vista giustamente come un campanello d'allarme e fra tutti gli esami che il medico deve prescrivere c'è anche la ricerca degli anticorpi specifici per la celiachia.

Come vengono interpretati questi valori?
Sono un sintomo di celiachia non trattata. Infatti dopo circa 6 mesi/un anno di dieta senza glutine nella maggior parte dei pazienti i valori tornano nella norma. Il problema invece riguarda quella piccola parte di celiaci, che nonostante la dieta, continuano a far registrare livelli elevati di transaminasi. Questi sono i soggetti su cui la ricerca si sta concentrando: quelli ai quali il glutine provoca un danno permanente al fegato.

Di che tipo di danno si tratta?
Nella maggior parte dei casi, nel momento in cui si elimina il glutine dalla dieta anche il suo effetto tossico sul fegato piano piano viene meno. In alcuni pazienti invece i livelli di transaminasi che rimangono elevati dopo una dieta senza glutine sono il sintomo di un danno permanente al fegato dovuto a un'epatite auto-immune, che si innesca proprio a causa del glutine che attacca non solo l'intestino, ma colpisce anche il fegato e le vie biliari.

C'è una connessione fra patologie autoimmuni e microbioma intestinale?
Al momento attuale, la ricerca scientifica ha ipotizzato un nesso tra microbioma intestinale - permeabilità intestinale e malattie autoimmuni e degenerative. Nello specifico della malattia celiaca, tuttavia, non ci sono ancora evidenze sperimentali che indichino con certezza che le modifiche del microbioma siano responsabili dello sviluppo di questa condizione.

Come si procede dunque con i pazienti con epatite?
I pazienti vengono seguiti nel tempo con monitoraggi periodici della funzionalità epatica nel suo complesso. Si prendono poi provvedimenti terapeutici ad hoc in funzione degli esiti delle analisi. Spesso le patologie autoimmuni del fegato coinvolgono anche le vie biliari, come nel caso per esempio delle colangiti sclerosanti. Queste condizioni possono in casi molto rari determinare quadri clinici gravi, fino all'insufficienza epatica.  


Francesca De Vecchi


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