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mag112016

Bpa: pericoloso per il sistema immunitario dei neonati

Si torna a discutere di bisfenolo A o Bpa (2,2-bis (4-idrossifenil) propano), considerato un contaminante alimentare ad azione estrogenica, un interferente endocrino quindi, che può "influenzare la riproduzione e il comportamento con conseguenze invalidanti" per l'uomo (Iis, 2009). È un componente delle plastiche e delle resine epossidiche per la produzione di contenitori alimentari e stoviglie da cucina, ma è contenuto anche nella carta termica degli scontrini; queste sono le principali fonti di esposizione per il consumatore, dalle quali può migrare in tracce, in un caso inquinando gli alimenti a contatto, nell'altro, venendo assorbito dalla pelle. Oggi ne è vietato l'uso nei biberon in policarbonato, mentre la Francia dal gennaio 2015 proibisce l'importazione e la commercializzazione all'interno dei confini nazionali di oggetti che lo contengano.
In un dossier dello scorso aprile, l'Istituto nazionale olandese per la salute pubblica e l'ambiente (Rivm), ha nuovamente invitato le Autorità a riprendere le ricerche e a limitare le fonti di esposizione alimentari e non, sulla base delle conclusioni di due recenti studi sugli effetti prenatali e perinatali del Bpa sul sistema immunitario (Menard et al., 2014) - studi che non erano ancora disponibili ai tempi della ultima opinione Efsa del dicembre 2014. Dai due lavori è infatti emerso come l'esposizione perinatale a basse dosi di Bpa alteri la risposta immunitaria innata e adattiva dei neonati e sia in grado di modificare la tolleranza orale e l'immunizzazione agli antigeni della dieta facilitando lo sviluppo di allergie in età adulta.
L'Efsa ha quindi annunciato di aver istituito un gruppo di lavoro di esperti internazionali per valutare le nuove evidenze a carico del sistema immunitario. Nel suo ultimo pronunciamento aveva fissato una Dgt (dose giornaliera tollerabile) provvisoria pari a 4 microgrammi di Bpa per chilo di peso corporeo, in attesa degli esiti delle ricerche allora in corso. Si trattava infatti di un dato molto restrittivo, dovuto alle incertezze che pesavano sulla conoscenza dei potenziali effetti sui sistemi riproduttivo, immunitario e neuro-comportamentale, preoccupanti soprattutto per categorie sensibili come feti, neonati, donne incinta e adolescenti fino a 18 anni. Va detto che l'Autorità Europea aveva già intrapreso una revisione di tutte le nuove evidenze scientifiche non incluse nella sua precedente valutazione, in attesa dei risultati di uno studio biennale del National Toxicology Program statunitense, pronti per il 2017, che nell'insieme dovrebbero portare ad un nuovo parere scientifico sulla sicurezza d'uso del Bpa per la fine del 2018.

Francesca De Vecchi

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