Attualità

dic132016

Obiettivo longevità: parla Longo

Recentemente premiato da Unamsi (Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione) per la "Ricerca biomedica" Valter Longo ha portato all'attenzione di addetti ai lavori e grande pubblico il tema del rapporto stretto tra alimentazione, digiuno e longevità. Gli abbiamo chiesto come vede l'evoluzione del suo programma.

Con la pubblicazione del suo libro, "La dieta della Longevità", e un uso attento dei mezzi di comunicazione lei ha creato, per utilizzare il linguaggio del marketing, la domanda, ora che tipo di offerta propone alla persona che voglia mettere in atto il suo programma nutrizionale?
Stiamo lavorando per offrire risposte a 360°. Abbiamo già istituito da diversi anni un corso all'università di Genova per gli studenti americani e da un paio d'anni, senza grande comunicazione, lo abbiamo aperto a medici e nutrizionisti italiani. Sicuramente la domanda di formazione è cresciuta molto perché ricevo quotidianamente parecchie richieste da parte di addetti ai lavori e sto strutturando un corso dedicato che si terrà a Genova in primavera. Poi c'è il kit messo a punto da me che comprende il necessario per i 5 giorni proposti dalla dieta mima digiuno. All'inizio di quest'avventura ero più aperto al fai da te, ovvero all'utilizzo del metodo senza il kit. Poi mi è arrivata notizia di persone che avevano utilizzato il metodo seguendo consigli da varie fonti e si presentavano dai medici in situazioni di emergenza, con vari problemi. E questo non l'ho trovato sorprendente: se uno segue la dieta mima digiuno approssimativamente, non si rende conto dei rischi di ciò che sta facendo e si ritrova in ospedale. Quindi sono ritornato a credere che il kit validato clinicamente sia la soluzione, anche se ancora sono da elaborare rimedi per chi non se lo può permettere economicamente. Tengo a precisare che non ricevo consulenze dalla società e che il 100% delle mie azioni verranno assegnate ad una fondazione per la ricerca. Quindi non sto spingendo il kit per ragioni finanziarie.

Quindi ipotizza un modello di sviluppo in cui il protocollo preveda l'uso del kit seguiti da un professionista della nutrizione?
Sì, l'idea è proprio questa: il kit deve essere utilizzato con la supervisione di un nutrizionista e dopo una valutazione dello stato di salute da parte di un medico. Attualmente chi non voglia andare dal medico deve comunque firmare un foglio in cui dichiara di essere in buona salute, anche se non è ciò che consiglio. Supportati da un nutrizionista competente, l'utilizzo del kit su una persona sana comunque rappresenta una soluzione più che sufficiente in termini di sicurezza e aderenza al programma. Certo, il medico è l'ultima e ulteriore certezza perché spesso si crede in buona fede di essere sani, ma non lo si è.

Il suo uso dei mezzi di comunicazione rappresenta un esempio virtuoso di divulgazione scientifica corretta ed efficace in termini di seguito che ha generato. Che idea si è fatto dopo questa esperienza rispetto ai temi legati all'alimentazione?
Tante persone hanno prima letto il libro prima di vedermi in televisione, quindi hanno ben capito che io non ero il farmacista di turno che si sveglia una mattina e va in tv a raccontare la propria versione dell'alimentazione. Venticinque anni di lavoro, con la missione di far vivere più a lungo e sani, quindi assolutamente non una moda. In più si tratta un intervento nutrizionale strutturato su 5 pilastri, ciascuno dei quali corredato da una solida base scientifica. Un programma sicuramente ancora da continuare a testare, ma già con forti evidenze nel momento in cui l'ho divulgato al pubblico. Il kit è già stato testato in uno studio randomizzato su 100 pazienti con ottimi risultati, è stato prescritto a oltre 2000 pazienti seguiti da medici negli Stati Uniti e ora è arrivato anche in Italia (www.l-nutra.it). Quello dello studio clinico è un numero che va espanso, ma di fatto sono oggi migliaia le persone che l'hanno utilizzato sotto la guida di centinaia di medici, quindi dal punto di vista di sicurezza si può stare tranquilli se sia i pazienti che i medici procedono correttamente. Questa credo sia la ragione per cui in tanti mi hanno seguito e molti hanno deciso di utilizzare il metodo. Non nego che il fatto che non si debba cambiare la dieta di tutti i giorni, anche se è ovvio che lo consigli, è un fattore che ha inciso. Ed è un motivo per cui ho ricevuto critiche: mai detto che 5 giorni permettano di alimentarsi male nel resto dell'anno! Metà del mio libro è dedicata all'alimentazione di ogni giorno, supportata in più dal periodo mima digiuno. Ovvio che chi non ha modo o voglia cambiare le proprie cattive abitudini almeno può essere aiutato dal periodo mima-digiuno per 5 giorni ogni tre mesi. E questo è un uno dei motivi per cui la dieta ha avuto tanto successo.

Quale stile alimentare si dovrebbe seguire ogni giorno?
Mettendo insieme gli studi preclinici sugli animali, epidemiologici come quello su oltre 100.000 persone in collaborazione con Harward, clinici randomizzati, e quelli sui centenari abbiamo sufficiente materiale per definire la dieta ottimale di ogni giorno, che molti hanno definito Mediterranea, ma che così non è perché ha dettagli molto importanti che sono differenti. Per esempio il basso consumo di proteine, mantenuto tale fino a 70 anni per poi alzarsi, e l'inclusione di solo pesce come fonte di proteine animali. Anche l'esclusione di formaggi e latticini ma la reintroduzione di alcuni tipi di formaggio dopo i 70 anni rappresenta un'altra grande differenza rispetto al modello mediterraneo. Anche perché nel tempo la dieta Mediterranea si è molto allontanata da quella ideale e ha lasciato il posto a piattoni di pasta e pane a ogni ora, non solo in Italia perché abbiamo convinto mezzo mondo a far questo e abbiamo contribuito ad un epidemia globale di obesità e diabete. Questa versione della dieta mediterranea non solo non è benefica, ma fa anche danni.

Silvia Ambrogio

DALLE AZIENDE