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feb162018

Per cambiare abitudini alimentari interventi di lunga durata e multicomponente: l'esperienza di EAT

Lelio Morricone, specialista in endocrinologia e in scienze dell'alimentazione, dirige il Servizio di Nutrizione Clinica e Prevenzione Cardiovascolare dell'IRCCS Policlinico San Donato. Quando parla di progetto EAT (Educazione Alimentare per Tutti) ci mette passione e devozione. Nato nel 2009 come programma di intervento multicomponente, EAT Educational è un progetto di educazione alimentare, indirizzato a ragazzi fra gli 11 e i 15 anni e ideato dai medici nutrizionisti dell'IRCCS Policlinico San Donato. Ha dato tali e tanti risultati da essere divenuto oggi un programma permanente promosso e sostenuto dal Gruppo Ospedaliero Sand Donato Foundation.
Morricone ne spiega i presupposti. «L'obesità è concausa di molte patologie tumorali. Sappiamo inoltre che 9 bambini su 10, se obesi, diverranno adulti obesi. Servono quindi progetti di intervento, di cui si possano verificare gli outcome e che agiscano non solo sull'alimentazione ma anche sull'ambiente in cui viviamo, oggi caratterizzato da una forte componente obesogena».
EAT integra competenze diverse coinvolgendo esperti nutrizionisti, Istituzioni, scuola e famiglia; è multicomponente perché estende il concetto di prevenzione dalla sola alimentazione allo stile di vita, l'attività fisica, l'attenzione a come si consuma il cibo non sprecando e cercando di premiare la biodiversità. Ma quello che ha insegnato EAT è il valore degli interventi di lunga durata, sottolinea Morricone, «perché interventi spot di educazione alimentare non hanno ricadute in termini di risultati».
EAT è uno dei progetti di prevenzione più ampi mai fatti: dedicato alle seconde e terze medie, dura due anni (già riprodotto per 4 bienni consecutivi). Ha coinvolto oltre 5000 studenti in 22 scuole e ha permesso di rilevare il miglioramento degli indici di distribuzione di adiposità.
«Dopo due soli anni scolastici le attività messe in campo hanno prodotto cambiamenti concreti sia nelle abitudini alimentari sia negli aspetti comportamentali, incrementando la consapevolezza nella scelta degli alimenti e la propensione al movimento dei ragazzi e delle famiglie con il cambiamento conseguente degli indici antropometrici». Sono state impartite lezioni in classe di educazione alimentare e attività fisica, svolte da esperti alla presenza degli insegnanti; è stato consegnato un libro di testo a supporto degli argomenti trattati, per i ragazzi e le loro famiglie; sono stati distribuiti a tutti i partecipanti un contapassi per il monitoraggio del movimento e una borraccia per il trasporto dell'acqua, che non deve mai mancare e inviati SMS come rinforzo educativo agli adolescenti e alle famiglie.
Spiega Morricone: «Alla fine dell'intervento, la prevalenza dei ragazzi in sovrappeso è scesa dal 25,5% al 17;6% e quella dei ragazzi obesi dal 9,2% al 6,8%; il progetto ha promosso un elevato consumo settimanale di frutta e verdura, ridotto quello di bevande con zuccheri aggiunti e snack, grazie anche all'installazione nelle scuole (dove è stato possibile, in osservanza delle norme) di distributori automatici contenenti snack salutari e selezionati dai nutrizionisti».
Nel 2016 è stato pubblicato uno studio scientifico su Obesity che ha verificato i risultati ottenuti con la presenza di un gruppo di controllo e uno di intervento.
L'esperienza è stata poi trasferita a tutta la popolazione di tutte le fasce di età per informare e sensibilizzare sull'importanza degli stili di vita e di una sana alimentazione nella prevenzione delle malattie, mettendo a disposizione materiali divulgativi riguardanti l'alimentazione in gravidanza e negli sportivi; la relazione fra cibo e sonno e ancora gli effetti positivi di una sana alimentazione nei malati di patologie molto diffuse, quali cardiopatie, diabete e malattie del cavo orale.

Ermetici F et al. Association between a school-based intervention and adiposity outcomes in adolescents: The Italian "EAT" project. Obesity (Silver Spring). 2016 Mar;24(3):687-95

Francesca De Vecchi


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