Clinica

dic142015

Miele: quando e perché

Il miele è un alimento noto fin dall'antichità, ha infatti sempre rappresentato una delle maggiori fonti di carboidrati e, fino al 1800, il principale agente dolcificante. Il miele è costituto per più dell'80% da carboidrati, in particolare glucosio e fruttosio, e per il restante 20% circa da acqua e da micronutrienti, tra i quali particolari rilevanza hanno i polifenoli, per la nota attività antiossidante. Il miele è completamente privo di grassi. Una porzione di circa 20 g apporta circa il 3% del fabbisogno energetico giornaliero di un bambino. Rispetto ad altri agenti dolcificanti naturali e artificiali (saccarosio e aspartame), il miele apporta meno calorie, più acqua e meno zuccheri.  Dal punto di vista nutrizionale, un aspetto particolarmente importante è legato all'indice glicemico del miele che, per alcune tipologie, come ad esempio i mieli monofloreali generalmente più ricchi di fruttosio, è basso, rappresentando quindi un'ottima alternativa rispetto ad altri tipi di dolcificanti che hanno invece un indice glicemico più elevato. Similarmente, il carico glicemico di un porzione di miele (circa 25 grammi) è anch'esso generalmente basso.
Al miele sono attribuibili diversi effetti benefici sulla salute umana. Esso è dotato di un'attività antibatterica, con effetti batteriostatici e battericidi; svolge inoltre un'azione di tipo probiotico a livello del tratto gastrointestinale, dove stimola la crescita selettiva di bifidobatteri. Grazie ad un'attività antinfiammatoria e a un'azione di miglioramento della funzione endoteliale e del profilo lipidico plasmatico, al miele viene attribuita anche un'attività protettiva a livello cardiovascolare. Alcuni studi hanno inoltre ipotizzato un'attività antitumorale, attribuibile sia a meccanismi antimutagenici e antimetastatici, sia al contenuto in flavonoidi e alle loro caratteristiche attività. Infine il miele potrebbe apportare dei vantaggi anche nella dieta del paziente affetto da diabete, poiché in grado di influenzare positivamente la risposta glicemica. In età pediatrica, vi sono segnalazioni di effetti positivi dell'utilizzo del miele in bambini affetti da diabete mellito di tipo 1, con incremento del C-peptide a digiuno e postprandiale e un miglioramento del profilo lipidico.  
Per quanto riguarda lo specifico utilizzo in età pediatrica, l'assunzione del miele nell'infanzia è limitata per il problema connesso al botulismo infantile. Sebbene i casi segnalati in Europa siano pochi, vi è un certo rischio di contaminazione del miele da parte di spore di C. botulinum, in grado di determinare malattia in soggetti di età inferiore a 12 mesi, per i quali l'assunzione del miele deve quindi essere sconsigliata.

Gian Vincenzo Zuccotti


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