Clinica

mar252015

Anoressia nervosa, ecco cosa la rende comportamento abituale

Wash, psichiatra americano che ha guidato la task force DSM-5 per stabilire i nuovi criteri diagnostici dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione, ha recentemente ipotizzato che la dieta adottata dalle persone con anoressia nervosa diventa gradualmente un comportamento abituale.

Due processi legati ma distinti sono responsabili dell'acquisizione e della persistenza dei comportamenti non innati. Il primo è il processo dell'apprendimento basato sull'esito dell'azione, chiamato anche condizionamento strumentale o operante, una forma di apprendimento che coinvolge specifici vie neurali come l'amigdala, lo striato ventrale (il nucleo accumbens) e la corteccia orbito frontale. Il secondo processo è quello dello stimolo-risposta, chiamato anche condizionamento classico, che coinvolge le strutture neurali dello striato dorso laterale (il caudato/putamen) e la corteccia prefrontale dorso laterale.

Walsh trasferisce questi principi a un modello in cui cerca di spiegare lo sviluppo e il mantenimento dell'anoressia nervosa, ipotizzando che la dieta in questi individui inizi come un'azione diretta all'obiettivo di perdere peso, ma che poi si mantenga e si intensifichi attraverso gli effetti combinati di rinforzi positivi interni ed esterni. I rinforzi positivi interni includono il vivere l'iniziale perdita di peso come l'evidenza di autocontrollo e di un personale raggiungimento che favoriscono un aumento dell'autostima. I rinforzi positivi esterni fanno riferimento al fatto che molti individui che sviluppano l'anoressia nervosa ricevono complimenti all'inizio della loro perdita di peso - stimolati tra l'altro dalla cultura occidentale in cui il successo nella perdita di peso è spesso incoraggiato ed è raramente raggiunto.  Inoltre, gli individui con anoressia nervosa frequentemente riportano il fatto che la dieta li aiuti anche a gestire emozioni negative.

La dieta è particolarmente rinforzante negli adolescenti perché in questa età si è sproporzionatamente sensibili alla ricezione di una ricompensa. Per esempio, è stato osservato che la risposta dello striato ventrale a stimoli ricompensanti (un luogo ben stabilito nella valutazione del valore ricompensativo potenziale di uno stimolo) è maggiore negli adolescenti rispetto ai bambini e agli adulti.

Secondo Walsh, una volta che Il comportamento di dieta si insinua, ed è eseguito ripetutamente e intensificato dai rinforzi descritti sopra, gradualmente diventa persistente.

Il modello proposto da Walsh ha numerose implicazioni cliniche. L'ipotesi che le caratteristiche comportamentali nucleari dell'anoressia nervosa siano abituali è coerente con l'osservazione che il disturbo è più facilmente trattato negli individui giovani e con breve durata di malattia. Negli adolescenti la guarigione è un esito frequente ed è ipotizzabile che, con una breve durata di malattia, sia meno probabile che i processi rinforzanti della dieta si stabiliscano e si radichino fortemente. L'interruzione del comportamento di dieta e il recupero del peso a livello normale sono cruciali nell'affrontare i processi descritti per favorire un completo recupero.

Walsh BT: The enigmatic persistence of anorexia nervosa. Am J Psychiatry 2013, 170:477-484.

Riccardo Dalle Grave


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